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8 Settembre 2024
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“Bugie al potere. Il fact checking del governo Meloni” (Mimesis Edizioni, 2023)

Non è vero che le bugie hanno le gambe corte: nel gioco poco infantile della politica sono uno strumento del consenso, e sebbene a lungo andare vengano smascherate, l’effetto del momento è sempre favorevole. Ciò non è una novità. Machiavelli nel XVIII° capitolo del Principe, dal titolo In che modo i Principi debbino osservare la fede sosteneva che  bisogna “Essere gran simulatore e dissimulatore: e sono tanto semplici li uomini, e tanto obediscano alle necessità presenti, che colui che inganna troverà sempre chi si lascerà ingannare”. Dunque niente di nuovo sotto il sole: la politica, che è autonoma dalla morale, mente per conservare il potere, e nella sua concezione pessimistica dell’uomo Machiavelli sostiene che la menzogna è uno degli strumenti della politica. Sta ai cittadini, ai governati, vigilare con gli strumenti della conoscenza, del controllo e della verifica dei dati.

È questo lo scopo del fact checking, il controllo della veridicità dei fatti. Nel caso del libro in questione “Bugie al potere” (Mimesis edizioni, 2023) si tratta di un saggio che “Valuta l’operato del governo Meloni ad un anno dalla sua elezione, analizzandone oltre 50 dichiarazioni tra le più controverse. Economia, immigrazione, lavoro, cambiamenti climatici, Unione europea e Pnrr: per ognuno di questi temi il libro spiega gli errori del governo – senza risparmiare i partiti di opposizione – mostrando come spesso il dibattito politico italiano poggi su falsi miti e luoghi comuni”. Il libro è curato dal direttore di Pagella Politica Giovanni Zagni e dal responsabile editoriale Carlo Canepa. Dal 2012 Pagella Politica è il principale sito di fact-checking politico in Italia e dal 2017 è membro attivo dell’International Fact-Checking Network (IFCN), la principale rete internazionale dei progetti di fact-checking. Le buone pratiche delle informazioni di Pagella politica sono valutate periodicamente da esperti indipendenti.

Le bugie si servono di slogan, proclami, parole d’ordine, tanto più efficaci oggi che, come richiesto dai social, si basano sulla velocità, superficialità delle informazioni e personalizzazione leaderistica della politica.

Senza entrare nel merito di tutti questi temi, e rimandando alla lettura del libro, ne sceglierò tre, tra gli altri, che sono tra i cavalli di battaglia della destra italiana, e delle destre nel mondo: le bugie sull’immigrazione, le bugie sull’economia, sui cambiamenti climatici. ” 

“BLOCCO NAVALE subito!”: lo slogan era stato lanciato dalla Meloni su Facebook il 16 dicembre 2016. Era uno slogan provocatorio quanto subliminale: c’è un’invasione in atto che dobbiamo bloccare in tutti i modi. Era una bugia, e gli autori del libro ne avevano contestato la fattibilità sul piano del diritto internazionale, ma la futura premier aveva controbattuto al fact cheking che si poteva fare, salvo poi rettificare a pochi giorni dal voto, quando in un’intervista al “Il Foglio” Giovanbattista Fazzolari, che poi sarebbe diventato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, si era affrettato a correggere la sgangherata affermazione sostenendo che era stata “scorciatoia semantica” 

“Da quando c’è il Governo Meloni gli sbarchi sono diminuiti”. E il ministro Piantedosi (“L’aria che tira” gennaio 2023 su La7”) sosteneva che “c’era “una flessione della curva di crescita degli sbarchi dei emigranti in Italia rispetto all’anno precedente”. I dati però smentivano le affermazioni:  (Pag.27) “Tra il 22 ottobre e il 22 dicembre 2022, ossia nei primi due mesi del governo Meloni, sono sbarcati nelle coste italiane più di 23 mila migranti. Nello stesso periodo del 2021, durante il governo di Mario Draghi, gli sbarchi erano stati circa 12 mila. Dunque  Meloni batte Draghi con 86% in più”. Altro fact checking: secondo Meloni gli sbarchi hanno portato a una «situazione insostenibile in termini di sicurezza», ma i dati Istat mostrano che negli ultimi dieci anni i reati sono calati drasticamente.

Certo il problema migratorio non può essere semplificato con i numeri, né i diversi governi hanno la bacchetta magica per la soluzione di fenomeni complessi e di lunga durata, le cui cause sono da ricondurre alle guerre, all’instabilità politica e alle diseguaglianze economiche, alle condizioni climatiche delle aree di provenienza.

Lavoro e occupazione: “Pil e occupati crescono grazie all’abolizione del Reddito di cittadinanza” (Adolfo Urso, ministro del Made in Italy, fine giugno 2023): non è vero. Tra il 2013 e il 2014, più di cinque anni prima dell’introduzione del reddito di cittadinanza il numero dei giovani che non studiano né lavorano (Neet) era di oltre 2,4 milioni, quasi un milione in più rispetto a quello registrato a fine 2022.

Cuneo fiscale: il taglio del cuneo fiscale finanziato con il nuovo decreto “Lavoro” non è «il più importante degli ultimi decenni», è quanto sostenuto dalla premier. Non è così: in questi anni almeno due governi, quelli di Draghi e Renzi, hanno tagliato il cuneo con più risorse.

Secondo Matteo Salvini ( fine luglio 2023, Festa estiva della Lega in Emilia Romagna) lo scioglimento dei ghiacciai è dovuto a «cicli» storici e non alle attività umane responsabili dei cambiamenti climatici. Questa posizione è però smentita dalla letteratura scientifica: “L’eccezionale portata dello scioglimento dei ghiacciai negli ultimi decenni è spinta dall’aumento medio delle temperature, causato dalle attività umane”. E Lucio Malan, da poco passato da Forza Italia a Fratelli d’Italia, attuale capogruppo al Senato, sosteneva (Ottobre 2021) “Il riscaldamento globale causato dall’uomo (ridenominato cambiamento climatico per poter comprendere qualunque cosa) è una balla colossale”.

Il libro si sofferma maggiormente  sul fact – checking del governo Meloni, una sorta  di bilancio ad un anno dal suo insediamento, ma dedica il capitolo finale all’opposizione. Una delle affermazioni ripetute più volte da Giuseppe Conte è : “Il Movimento 5 stelle, al governo, ha realizzato l’80% del programma elettorale con cui si era presentato alle elezioni del 2018”. Non è vero: i fatti gli danno torto. Dei 20 punti promessi nel 2018, solo due sono stati completamente realizzati: l’introduzione del reddito di cittadinanza , e il decreto “Spazzacorrotti” nel 2019. Tutti gli altri o non sono stati realizzati o non sono stati portati a termine.

Roberto Speranza (PD):  l’ex ministro della Salute aveva dichiarato (25 Giugno 2023, La Repubblica) che con lui al governo la spesa in sanità aveva superato il 7 per cento in rapporto al Pil e che “La legge di bilancio del governo Meloni ci fa intanto andare sotto già adesso, cioè al 6,7 per cento. E in prospettiva, come recita il Documento di economia e finanza, si arriverà al 6,2-6,3 per cento già nel 2024». «Sotto il 7 per cento si mette a rischio l’universalità del servizio sanitario nazionale e del diritto alla salute. Non c’è tanto da girarci attorno…”. Speranza però ha la memoria corta, sostengono gli autori. Dati alla mano i numeri sono corretti, ma  nel DEF di aprile 2022, nel governo Draghi in cui Speranza era ministro della Salute, si era prevista una spesa sanitaria nel 2023 pari al 6,6 per cento del Pil, poi sarebbe diventata del 6,3 per cento nel 2024 e 6,2 nel 2025. Dunque anche Speranza era al di sotto di quella soglia del 7 per cento per cui criticava la Meloni.

Può apparire pedante ragionare sui numeri, e anche faticoso, e gli autori si rendono conto di come esse possono essere usati diversamente da un lettore di destra o di sinistra, ma almeno già discuterne e confrontare dati e affermazioni aiuta a districarsi nei trucchi retorici dei politici, così che se colgano le astuzie e gli artifizi ai fini del mantenimento del consenso e del potere.

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