Accade anche ciò che non ti aspetti: l’indifferenza di Liliana Segre per i crimini di massa a Gaza, perpetrati dall’esercito israeliano e ordinati dal governo del premier Netanyahu. Una rappresaglia, sulla popolazione inerme, per l’attacco terroristico del 7 ottobre 2023 ad opera di Hamas.
La senatrice Segre volge lo sguardo e la mente altrove. E intanto che la mattanza continua a Gaza (mentre in Cisgiordania persiste e si acuisce la violenza e l’oppressione paramilitare dei coloni aiutati dall’esercito israeliano), Liliana Segre non vede altro che la ripresa dell’ antisemitismo in Europa. Indifferenza “istituzionale” molto grave data la sua figura di senatrice nel Parlamento italiano. Così come lo è l’indifferenza della Comunità europea con vaghi e indeterminati pronunciamenti.
Di una reticenza diffusa a dire parole chiare e forti (a cui far seguire azioni nei confronti di Israele) ne è un esempio il discorso di fine anno del presidente Mattarella. È parso sinceramente commosso dicendo di una bambina di Gaza uccisa tra tanta distruzione, ma senza precisare come, da chi, perché. Silenzio: non una parola sui jet con la stella di Davide che bombardano ”guernicamente” la Striscia; innominato Netanyahu, così come innominato il suo governo. Come a voler dire: è la guerra e il male che si porta dietro. Dentro questo male c’è l’assassinio mirato di oltre 200 giornalisti che a Gaza, con fatica e coraggio, cercavano di fare il loro lavoro. Mattarella non si pronuncia. Silenzio. Ma subito dopo parlando di Ucraina nomina il criminale di guerra Putin.
Potenti lobby, con le loro sedi nelle più importanti città europee, sono pronte a diffondere la loro versione bellica in appoggio all’”azione militare israeliana”.
Probabilmente a Gaza, si è già oltrepassata la linea del genocidio. È in corso una rappresaglia continuata non la Guerra tra due eserciti.
Ce lo immaginiamo l’esercito britannico, pensando agli anni più feroci della questione irlandese, bombardare, fare terra bruciata nelle città per contrastare il terrorismo cattolico dell’Ira? Certo che no, in Europa non si fa.
Eppure Israele ha dimostrato eccellente capacità nel colpire singoli nemici (terroristi o no che fossero). Ma a Gaza ha preferito, ha pianificato la distruzione totale, lo sterminio.
Solo ai giovani che manifestano è lasciata l’indignazione, la collera, la denuncia diretta. Tra le eccezioni in Rai il “Report” di Sigfrido Ranuccio: parole nette, chiare. E le immagini: non più case a Gaza, macerie, non più strade a Gaza, ma una spianata di rovine fumanti. Case, scuole, ospedali, tutto bombardato. Una desolazione di tende, spesso solo baracche di materiali recuperati che diventano fradice in luoghi fangosi ormai pantani per le piogge. Lì muoiono bambine e bambini per il freddo. O atrocemente feriti vengono amputati di qualche arto, dove capita e senza anestesia.