18 Dicembre 2024
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101 Tesori nascosti della Sardegna nella guida di Antonio Maccioni

Per caso, in Biblioteca mi è capitato di imbattermi in una originale guida della Sardegna, curata da Antonio Maccioni per la Newton Compton Editori (2012). Ho sempre pensato che le guide turistiche fossero uno strumento pratico per conoscere e orientarsi nei luoghi da visitare, e per molto tempo ho ritenuto esaustiva quella classica e pregevole del Touring Club.

Recentemente ho scoperto e apprezzato anche un altro genere di “guide”, che raccontano la Sardegna e i suoi luoghi guardandoli da angolazioni insolite. Penso a “Nuraghe beach” di Flavio Soriga, a “Forse non fa” di Celestino Tabasso, e alla recente serie dei racconti per bambini inaugurata, con le “Le torri di Kar El“, da Carla Cristofoli per la Logus Mondi Interattivi.

In queste guide i luoghi si scoprono e si apprezzano attraverso le suggestioni che esalano dalla storia degli uomini, dalle loro tradizioni e dalle leggende che fioriscono intorno. Una torre, una spiaggia, un monumento, una città non ti parlano veramente se ti avvicini ad essi con la superficialità del turista d’assalto. Puoi immortalarli con la macchina digitale per dimostrare a tutti di averli visti, ma rapidamente svaniscono dalla memoria. Se però hai letto una storia come “La Cattedrale del Mare” di Ildefonso Falcones, che ti ha anche coinvolto emotivamente, può capitare che a Santa Maria ci torni più e più volte durante il tempo del soggiorno a Barcellona. E quel monumento lo guardi e non solo lo vedi. Lo comprendi e lo trattieni.

La guida di Antonio Maccioni, giovane ricercatore specializzato in Letterature comparate, con interessi che spaziano dalla filosofia alla storia delle religioni, ha il merito di farti scoprire luoghi poco noti, non inclusi negli itinerari delle guide turistiche tradizionali, mostrandoteli sotto una luce insolita che permette di coglierne l’essenza profonda. L’autore divide luoghi e monumenti in quattro gruppi, ciascuno dei quali è tenuto insieme dal filo di un elemento naturale.

Così da secoli si prega intorno all’acqua liberata dalle “sette fontane” di San Leonardo, perché “l’acqua è maghiargia” e “ci fa le magie”. Il cuore liquido della terra nella laguna di Santa Giusta copre per 2400 anni un satiro dai tratti “negrodi”, mentre i morsi del mare di Bosa divora le storie e la balena di pietra a Torre del pozzo d’estate prende vita al tramonto e il suo occhio si illumina di una luce serena. E la terra nasconde i tesori: ceramiche e calici sotto la cattedrale di Iglesias; scheletri antichi nella Marina di Arbus; madonne nuragiche nella casa dell’orco a Urzulei; incisioni rupestri nelle tombe di Anela. E poi c’è il fuoco… e quindi l’aria. E ad essi si aggiunge “il cielo dell’arte, misto a quello dell’anima”.

Dietro questa guida, si intravede un lungo e meticoloso lavoro di ricerca. Articoli di giornale, riviste specializzate, racconti letterari e i segreti “di chi questa terra la conosce sul serio” sono la materia di cui si compone. Il risultato è godibile, alternativo e utile. Anche a noi sardi, che quei luoghi ce li abbiamo sotto gli occhi ma raramente li comprendiamo e più spesso ne ignoriamo il significato nascosto.

E poiché non li apprezziamo capita anche che non li proteggiamo. Sono in tutto “centouno tesori da vedere almeno una volta nella vita”, suggerisce l’autore. Chi resta e non parte per mete esotiche e città lontane, nei ponti tra Pasqua e il primo maggio potrebbe iniziare…

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