Satira contro filosofia
Nell’interessante saggio di Luciano Canfora “La crisi dell’utopia – Aristofane contro Platone” (Editori Laterza, 2014) l’autore, filologo, storico e Professore emerito all’Università di Bari, attraverso il passato ci parla anche di futuro.
La storia dell’utopia è una storia lunga che ha inizio nell’antica Grecia. Nel suo libro, partendo dalla ricostruzione della polemica scoppiata tra il commediografo Aristofane e il filosofo Platone nel IV sec.a.C., subito dopo la condanna a morte di Socrate da parte del nuovo governo democratico di Atene, Canfora ci porta a riflettere su uno dei temi più affascinanti di tutti i tempi: che cos’è l’uomo e cos’è la società.
Motivo della polemica è l’utopia “comunista” che Platone andava delineando e che poi verrà definita nella sua opera Repubblica. Nella Repubblica Platone traccia uno stato ideale che verrà preso a modello per secoli da simpatizzanti comunisti, socialisti e perfino dai nazisti, affascinati soprattutto dalla parte riguardante l’eugenetica.
Aristofane nella sua commedia Ecclesiazuse (Le donne in assemblea) attaccò Platone e il suo stato ideale descritto nella Repubblica. Nella commedia aristofanea sono protagoniste le donne che, travestite da uomini, con barba e mantelli (le donne non potevano partecipare alle assemblee popolari), si radunano all’alba per impadronirsi del governo della città. E’ loro intenzione avviare una riforma che farà passare il potere dalle mani degli uomini a quello delle donne.
La loro leader, Prassagora, proclama infatti, davanti agli uomini sbigottiti, ignari del tranello: “Dichiaro che occorre che tutti mettano i propri beni in comune, che tutti dispongano di una parte di tali beni e che vivano in modo che non ci sia più il ricco e il povero, che uno coltivi un grande appezzamento di terreno e l’altro non ne abbia a sufficienza neppure per farsi seppellire”.
Nel nuovo governo che le donne delineano, nessuno potrà avere il possesso esclusivo di qualcosa o di qualcuno, neppure in materia sessuale. Le donne potranno fare figli con chiunque vogliano. Così coloro che fino al giorno prima si occupavano dei mariti, della casa e dei figli, si trasformano in una sorta di militanti “comuniste”.
Aristofane, nella Ecclesiazuse, considerata la più anti-utopistica delle sue commedie, prende di mira, in particolare, la parificazione della condizione delle donne a quella degli uomini che, così come evidenzia Canfora, in una società fortemente maschiocentrica, qual era la società greca, appariva come una pericolosissima utopia.
Scrive infatti Platone nella Repubblica: “Non c’è nessuna attività di coloro che amministrano la città che sia della donna in quanto donna o dell’uomo in quanto uomo, ma le nature sono disseminate in entrambi gli esseri, e la donna partecipa secondo natura di tutte le attività e alla pari, l’uomo di tutte”.
Ancora, Aristofane deride la comunanza dei figli, comunanza che per Platone avrebbe permesso di costituire una società armonica priva di gelosie e contrapposizioni. Ridicolizza inoltre la comunanza delle ricchezze e delle relazioni sessuali, critica la cancellazione della proprietà e della famiglia.
La forza dell’Utopia secondo Canfora
Dalla commedia di Aristofane, Canfora sviluppa la disamina dell’Utopia e percorrendo i secoli e la storia, ci mostra quante volte l’utopia ha suscitato illusioni ma anche speranze. Infatti, dopo la sconfitta del socialismo sembra che non resti nulla, se non l’utopia, appunto. Ma l’utopia, sostiene Canfora, è una cosa di enorme importanza.
E’ la forza dell’utopia che noi dobbiamo recuperare, dice l’autore così come fece Platone che non ha mai smesso di credere che il suo progetto di città ideale potesse essere un programma credibile, al punto che Platone stesso prova a metterlo in pratica in maniera concreta in Sicilia.
A distanza di secoli, il dilemma Platone o Aristofane ci pone davanti a innumerevoli domande. L’Utopia può essere considerata semplicemente un non luogo o una condizione felice possibile ?
L’Utopia è “il rifiuto di rassegnarsi alla rassicurante e paralizzante saggezza dell’immutabilità della natura umana”?
E, come scrive l’autore, “i fallimenti liquidano l’utopia? L’Utopia resta un bisogno morale al di là del naufragio? E la sua demonizzazione non diviene un alibi per blindare in eterno la conservazione e l’ingiustizia?”.
La nostra società, diventata una piazza virtuale ma con spiccate connotazioni individualistiche, ha più che mai bisogno di Utopia. In un periodo povero di ideali e di utopie, con l’assistere ad un ritorno di contrapposizioni che pensavamo appartenessero al passato, con razzismo e povertà in aumento, con lavoratori “schiavi concordati”, forse, sostiene l’autore, occorre un cambiamento radicale, una mutazione profonda nell’uomo. Platone l’aveva già intuito quando si fa promotore dell’impegno etico-politico nella disperata ricerca dell’individuo migliore atto a governare.
In un’intervista che Canfora ha rilasciato al Manifesto nel marzo 2014, alla domanda “Quali saranno gli esiti della dialettica storica tra ragione utopistica (Platone) e ragione beffarda (Aristofane)”, lo storico risponde:
“La vittoria del realismo beffardo nei confronti di ogni genere di proposta innovativa, bollata come utopistica, è fin troppo facile e abbiamo visto nel corso del tempo ripetersi sistematicamente tale scenario. Il realismo beffardo fa capo al senso comune, che talvolta viene voglia di definire il sesto senso degli idioti”.
Cambiare il mondo è forse impossibile, eppure, non dobbiamo smettere di provarci; allora l’Utopia non sarà solo un sogno ma un impegno per ciascuno di noi anche se la meta può essere irraggiungibile.
Luciano Canfora, storico del mondo antico e filologo italiano (n. Bari 1942). Docente di filologia latina e greca, profondo conoscitore della cultura classica, che studia con un approccio multidisciplinare, è autore anche di importanti studi sulla storia antica e su quella contemporanea.
Approfondimenti web:
Su Luciano Canfora > Biografia completa sull’Enciclopedia Treccani
Interviste >5 marzo 2014 Intervista a Luciano Canfora su La Stampa a cura di Silvia Ronckey
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Altri saggi sull’Utopia > Lewis Munford “Storia dell’utopia” Donzelli editore