18 Dicembre 2024
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Gregory Heyworth: Alla scoperta dei segreti dei testi antichi I TED Conference

Non è raro, oggi, sentir parlare dell’importanza delle tecnologie applicate ai beni culturali. In particolare, in riferimento al patrimonio archivistico e librario è ormai d’obbligo invocare la digitalizzazione come ricetta magica per poterlo salvare. Creare copie di salvaguardia di libri e documenti e consentire, tramite internet, un’ampia consultazione degli stessi è senz’altro un’operazione meritoria. Tuttavia per garantire l’integrità di libri e documenti antichi (ma non solo), prima ancora che digitalizzare occorre investire risorse per attuare quell’insieme di complesse azioni che servono a conservarli correttamente. Molto spesso infatti si tende a dimenticare che manoscritti, autografi, carteggi, incunaboli, libri, stampe, carte geografiche e spartiti musicali, sono prima di tutto oggetti materiali. Un testo antico si conosce perché è stato scritto su un supporto di materiale organico (papiro, carta o pergamena) su cui sono stati tracciati, con un inchiostro (fatto di sali di metallo e sostanze organiche) segni visibili e leggibili. Gli studiosi non potranno mai fare a meno di consultare libri e documenti originali perché dagli elementi materici di cui sono composti essi traggono preziose “informazioni storiche”, spesso utili a datarli e localizzarli con precisione. Se di un libro o di un documento si perde il supporto materiale, anche la componente immateriale, ovvero il testo e il messaggio culturale che contiene, scompare per sempre. E il discorso vale soprattutto per i documenti archivistici che sono unici e irripetibili. Rallentare se non frenare il naturale processo di degrado del patrimonio librario e documentario diventa allora doveroso, per capirlo meglio oggi e soprattutto per trasmetterlo integro alle future generazioni, dando a queste la stessa possibilità che abbiamo avuto noi di conoscerlo e studiarlo.

In questa Ted conference lo studioso medievista Gregory Heyworth, scopritore della “scienza testuale”, ci mostra come grazie a una nuova tecnologia, l’imaging multispettrale, sia stato possibile recuperare testi antichi sconosciuti o che si credevano perduti. L’utilizzo su ampia scala di questa teconologia – spiega Heyworth – potrebbe cambiare la nostra conoscenza del passato. Scoprire classici sconosciuti permette di immaginare la riscrittura dei canoni della letteratura, della storia, della filosofia, della musica o la possibilità di ridefinire le nostre identità culturali e costruire nuovi ponti tra i diversi popoli e le culture. Il tutto naturalmente a patto che il patrimonio culturale scampato a calamità naturali, guerre e barbarie “non venga poi lasciato a marcire nell’umidità”.

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