L’8 novembre per iniziativa dell’Associazione Equilibri, nella sala della biblioteca di Elmas, Giacomo Mameli ha presentato il suo libro “La chiave dello zucchero”.
Dopo il saluto – con qualche cenno ai fatti storici narrati nel libro – di Antonio Sitzia Presidente di ‘Equilibri’ e dopo l’introduzione di Giorgio Spiga docente di storia all’Istituto Agrario, Giacomo Mameli ha ripreso alcune delle storie di singoli protagonisti – qualcuno ancora in vita e centenario – a volte analfabeti, ma portatori di saggezza e di una loro cultura…
Mi viene da dire: vegliardi di grande dignità che raccontano allo scrittore con sobrietà ed essenzialità la loro guerra, la loro vita prima e dopo la guerra che li ha per sempre segnati.
Sono fortunati gli abitanti di Foghesu ad avere come compaesano Giacomo Mameli, scrittore, che si intrattiene ad interrogare, ascoltare, quindi poi scrive di loro.
Parla l’autore del libro e suscita vivo interesse nei convenuti che seguono con grande attenzione: aneddoti, fatti curiosi, singolari, a volte tragicomici, testimonianze anche inedite…
I contadini, i pastori, la gente comune di Foghesu che ha fatto la guerra, una volta ‘narrati’, una volta ‘scritti’, vivranno, insieme alle donne rimaste a casa con l’ansia per i loro compagni, con l’incombenza delle faccende domestiche e la cura dei figli, nella memoria – la memoria collettiva di una comunità – più in generale nella Storia.
I libri, infatti, a vederli così fragili, durano invece e sfidano il tempo.
Ecco il dono dello scrittore che paziente ascolta e poi con fatica scrive. E quando la storia viene narrata così il lettore entra nel tempo in cui si svolgono le vicende, incontra i protagonisti, respira quel ‘clima’. La storia così appresa è più viva, più profonda.
La scrittura ha formidabili capacità di resistenza, di adattamento, di tenace sopravvivenza. Dove sono, infatti, le città antiche? Se non del tutto scomparse, di loro rimangono solo rovine silenziose. Ciò che è stato scritto, invece, sopravvive ad esse: cambiano gli alfabeti, cambiano le lingue, e i libri, sfidando i tempi, continuano a vivere tra noi. E con loro anche gli umili abitanti di Foghesu.
L’incontro, si può dire, ben riuscito. Importante l’acquisto dei libri, sia de “La chiave dello zucchero” di cui si è discusso, che de “La ghianda è una ciliegia” del quale sono state comprate tutte le copie disponibili.