Free Porn
xbporn

23 Novembre 2024
No menu items!
HomeRubricheRecensioniSui muri di Sardegna le visioni e le speranze di un popolo....

Sui muri di Sardegna le visioni e le speranze di un popolo. Esce la prima guida sui murales e la Street art nell’Isola.

Una bella sorpresa per il passante (locale o forestiero che sia, che vada di fretta o svagato) si trova nelle vetrine di alcune librerie della città di Cagliari. L’auspicio è che altre librerie qui e altrove nell’Isola espongano l’opera.

Attraggono lo sguardo i colori azzurri e rossi della copertina di Muri di Sardegna. Luoghi e opere della Street art, guida pubblicata da Dario Flaccovio, editore a Palermo. E sulla copertina della guida c’è un’immagine: “Cercarsi negli altri”, opera dello street artist Zed1, eseguita sulla parete di una casa popolare a San Gavino Monreale.

Questo percorso illustrato si deve all’Associazione culturale ASTERAS di Cagliari. La prima guida in Sardegna attraverso i “muri dipinti”: siano essi i primi murales di Pinuccio Sciola e Francesco del Casino a San Sperate e a Orgosolo; o le più recenti opere della Street art.
Fuori dall’anonimato, le autrici come scritto nei credits, sono Ivana Salis, Gianfranca Loi, Barbara Catte, con l’introduzione e il coordinamento di Elisabetta Borghi. Le fotografie sono realizzate da Massimiliano Frau.

Ecco dalla premessa: “Perché questa guida? Nel titolo Muri di Sardegna. Luoghi e opere della Street art, non compare la parola murale, ma la parola Street art: è vero che sui muri pubblici e privati delle città piccole e grandi dell’Isola ormai da decenni appaiono pitture di ogni genere: sono figure, parole, sigle, sagome, elementi astratti, cose, case, paesaggi e storie. Segni e tracce lasciate da autori, muralisti, writers, che scrivono il loro nome, oppure uno pseudonimo o restano anonimi. Pareti illustrate come grandi pagine di libri verticali. Non rigide e immobili nel tempo. Ma soggette alla trasformazione. Spesso impermanenti. Succede in ogni parte del mondo. È un fatto internazionale.”

Sui 377 Comuni sardi, la guida ne seleziona 145 così ripartiti: 51 al sud, 65 al centro e 29 al nord.
“Negli indici scorrono,” dice ancora la premessa, “i centri maggiori per la produzione di murales storici come San Sperate e Orgosolo, i centri noti per la Street art come San Gavino, Cagliari e Sassari, e via via tutti quei Comuni dove il fenomeno ha assunto testimonianze di qualità.”

In una terra che per certi versi appare ancestrale e sembra restare arcaica, ecco l’arte urbana, cioè i muri dipinti, ma anche le opere di scultura e le installazioni. E accade allora che “attraversando un piccolo centro urbano, appaia una grande opera dipinta; è come se fossimo in una qualsiasi città del mondo. La Street art in ogni luogo è cosmopolita.”

Consultando e sfogliando la guida ci accorgiamo che la lettura è agevole e che (grazie al progetto grafico di Mimmo Caruso) la scrittura ben si armonizza con le immagini prodotte sulle pareti. E ci accompagna per strada.
Dall’immagine si sviluppa l’immaginazione e, per chi legge, cresce l’intenzione e la curiosità di cominciare ad attraversare l’Isola, in una ricerca personale di questi innumerevoli e sorprendenti paesaggi visionari.

Articoli correlati

1 commento

  1. La recensione di Gabriele Soro, e lo sfogliare delle belle immagini dei “Muri di Sardegna”, mi hanno fatto venire in mente recenti viaggi in Cile. A Valparaiso, una delle capitali del muralismo in Sud America, tutti i 42 cerros, le ripide e labirintiche colline che si affacciano sull’oceano, sono segnati dal caleidoscopio di colori della street art e in uno di essi in particolare, il Cerro Bellavista, sorge il Museo a Cielo Abierto de Valparaíso. Inaugurato nel 1992, il museo comprende 20 murales, eseguiti da importanti artisti cileni.
    Armati di cartina i turisti e gli abitanti del luogo seguono le indicazioni per individuare i murales e “col naso per aria” ne ammirano le fattezze.
    El arte está en el aire y lo puedes respirar en cada paso dicono da quelle parti, ed è la stesso concetto espresso da Elisabetta Borghi nella fondamentale introduzione a “Muri di Sardegna”: i muri dipinti e colorati che vengono illuminati dalla luce del cielo, e poi dalla terra risalgono verso l’alto “perché altre pareti ideali ne vengano alluse”(Nivola).
    Dunque “se vedi qualcuno che fa un graffito, lascialo in pace”, diceva Keith Haring, ancora dalla introduzione della Borghi, e quando si va in giro per la Sardegna questo manuale agile e colorato può essere utile per una conoscenza più articolata della nostra isola, dove, tramite l’arte, il contemporaneo convive con l’antico.

Rispondi

Please enter your comment!
Scrivi il tuo nome e cognome

TAG

I più letti