18 Dicembre 2024
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HomeRubrichePoesie Una strada campestre

 Una strada campestre

E vado a ricercare,

a volte, e ripercorrere,

affaticando il passo,

quel tratturo antico,

tra umili erbe

ormai ricoprenti il selciato,

sentire il fischio del merlo,

il frullare timido

degli uccelli tra le fronde

argentee degli ulivi,

il gracchiante saltello

delle petulanti cornacchie,

lo sferragliare del treno,

tra vecchie ciminiere

e carcasse di opifici.

Un tempo, oltre lo scampanio

del passaggio a livello

erano le tracce di Semelia…

Dove sono i tuoi ruderi,

i capitelli e i cippi

delle tue dimore

sulle rive paludose,

su cui i monaci di Bisanzio

e poi i monaci del sale

costruirono la loro chiesa?

I carriaggi da tempi immemori

percorrevano la via fino a Bagnaria

e già si sentiva

il cozzare dei ferri

su quelle acque contese,

riparo dai marosi,

su quei lembi melmosi,

tra tife e giunchi

e canne fluttuanti al maestrale,

culla e rifugio

per derelitti e infetti

e su cui si dispiegarono

le alterne vicende

e le umane tragedie.

Di quei frammenti

ora non restano che ricordi

e bagliori d’infanzia,

lunghe file oranti,

balli nel sagrato,

e le cumbessias

fumanti nella festa

 

Tonino Sitzia

14 novembre 2020

Nota

Simbilia (Semeli, o Similia):  antico insediamento di età romana nell’area di  Santa Caterina a Elmas

Alziator (“I giorni della laguna”): “Nella Bolla di Gregorio VII (4 luglio 1079 diretta all’abate Bernardo dell’Ordine di San Vittore di Marsiglia, è indicata una ecclesia sancte Cathelline in Semelia

 

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