“Ti riconosco mascherina”
Certi nostri filosofi gazzettieri, vedete, come fanno pena.
Poveretti: come vanesi se ne vanno sgomitando prigionieri dentro i dedali dei loro pensieri.
Fu Croce ammirato per il suo pensiero limpido e tagliato come un cristallo.
Ma quella chiarezza celava i più gravi problemi del suo tempo.
Negava, Croce, la realtà politica del fascismo il quale – diceva – in quanto irrazionale non poteva essere reale.
Fu la guerra e Croce sembrò un don Ferrante morto di peste, la peste negando.
Noi oggi abbiamo un don Agamben Ferrante, ben vivo e vegeto, negatore novello di pandemia.
Poverello: in che destrorsa e sinistra compagnia si è cacciato nella sacra battaglia per le libertà.
E sorpresa, ma non tanto, si è intruppato pure Cacciari lo sdegnoso insofferente.
A proposito di libertà, costoro non si accorgono (o forse è solo indifferenza) che da sud a nord del Bel Paese si pratica il lavoro schiavile.
Ma ciò che conta è la libertà di non metter mascherina – evviva Trump il biondo con il riporto e il carioca Bolsonero, e i nostrani no-vax e la Meloni, poverina, e viva l’Italia con tutta sta bella compagnia.
Mi sono divertito un poco, io che sono un nessuno, a prendere in giro certi Mostri sacri del pensiero, i quali, talvolta, scivolati a ragionar di politica fanno disastri.
Ah, Ah! Ti sarai pure divertito ma l’hai raccontata giusta.
Ma Cacciari, quello che si era schierato con Renzi e con la sua controriforma della Costituzione (per nostra fortuna gli elettori l’hanno fermata in tempo), parla di pericolo per la libertà?
Purtroppo per noi, la pandemia esiste e le chiacchiere dei filosofi le fanno un baffo.