Quando ero una bambina mi regalarono la scatola del Monopoli, il famoso gioco da tavolo col quale mi sono divertita ore e ore a comprare terreni, a costruire case e alberghi, a ipotecare, a chiedere prestiti alla banca e, quando riuscivo a vincere, a mandare in bancarotta tutti gli altri giocatori. Perché questo è lo scopo del gioco più venduto al mondo (oltre 250 milioni di copie): diventare ricchissimo e mandare in fallimento gli avversari.
Dietro questo innocente e divertente gioco si nasconde una storia interessante da raccontare. La storia comincia da una donna, l’americana Elisabeth Magie , detta Lizzy, che nasce nel 1866, in un’epoca in cui per una ragazza era disdicevole lavorare e quindi le donne cercavano di “sistemarsi” prima possibile con il matrimonio. Lizzy, al contrario, era molto autonoma, indipendente, orgogliosa e ribelle contro le regole; comincia ben presto a lavorare, scrive racconti e poesie, si dedica al teatro e al giornalismo e rimane single fino a 44 anni. Era talmente anticonformista che acquistò una pagina pubblicitaria presentandosi come “giovane schiava americana, non bella ma attraente, dai lineamenti pieni di forza e carattere, pur essendo molto femminili”. L’annuncio fece scalpore e Lizzy dichiarò che intendeva denunciare le condizioni di sottomissione e dipendenza alle quali erano costrette le donne sposate.
Suo padre, giornalista antimonopolista e contrario alla schiavitù, le inculcò una profonda coscienza sociale. Dalla lettura del libro “Progress and Poverty”(Progresso e Povertà), regalo di suo padre, scritto dall’economista e politico Henry George, Lizzy decise di inventare un gioco col quale intendeva illustrare gli insegnamenti dell’economista. Nella sua opera Henry George criticava la politica a favore dei monopoli e le disuguaglianze economiche e sociali che tale politica produceva. Durante i suoi viaggi negli Stati Uniti alla fine del 1800, poté osservare che la ricchezza crescente si accompagnava ad una miseria crescente e si convinse che la proprietà della terra generava ingiustizie: da un lato il progresso, dall’altro la povertà. Era inoltre convinto che la terra e tutto ciò che si trova in natura doveva appartenere a tutti; si batté affinché il Parlamento approvasse la “land tax value” cioè la tassa sulla terra, che avrebbe aumentato le tasse ai proprietari terrieri più ricchi e ridotto le tasse ai meno abbienti. Il libro “Progress and Poverty” era molto popolare e nel 1890 era il libro più letto dopo la Bibbia.
Il gioco inventato da Lizzy si chiamava “The Landlord’s Game” (il gioco del proprietario terriero), aveva uno scopo culturale con una morale economica e sociale. Si presentava come una critica ai grandi monopolisti dell’epoca ( Carnegie con l’acciaio, Vanderblit con le ferrovie, Rockefeller col petrolio) e intendeva mostrare come fosse ingiusto l’accaparramento delle risorse da parte di pochi. Il gioco cominciò a diffondersi tra gli intellettuali di sinistra e tra gli studenti della Università di Harvard e della Columbia University diventando così popolare che, nel 1904, decise di brevettarlo. La rivista “ The single tax Review” intitolò così un suo articolo: “Interessante invenzione di una giovane americana che permette ai bambini di apprendere giocando le vere leggi dell’economia”.
Il gioco proponeva due tipi di regole, una cooperativa (Prosperità) e una individuale (Monopolista). Il giocatore poteva scegliere se condividere ricchezza e perdite con gli altri giocatori o arricchirsi da solo facendo fallire tutti gli altri. Nel 1910 la Parker Brothers pubblicò il gioco. Nel 1924, dopo aver apportato delle modifiche, Lizzy rinnovò il brevetto. Tra gli anni 1920 e 1930 le versioni del gioco cominciarono a circolare tra le comunità del Nord Est degli Stati Uniti fino ad arrivare ad Atlantic City e qui la storia ha una svolta inaspettata.
Dopo il crollo di Wall Street del 1929, gli Stati Uniti sono in piena depressione economica. Non c’è lavoro, non ci sono soldi e la maggior parte degli americani pensa che non ci sarà un futuro. Un venditore disoccupato, Charles Darrow, trascorre una serata tra amici giocando a “The Landlord’s Game” . Darrow pensa che forse ha trovato il modo per guadagnare un po’ di soldi; ridisegna il gioco, apporta delle modifiche e lo chiama Monopoly . Lo trasforma in un gioco nel quale il vincitore è colui che ha più proprietà terriere o più soldi in modo da poter creare un monopolio. Tutto il contrario di quello che Lizzy voleva insegnare. Il messaggio del nuovo gioco era: compra, diventa ricco perché tutti desiderano essere milionari. Charles Darrow lo invia alla Parker Brothers la quale sa che esiste già un gioco simile, il gioco di Lizzy. Il Monopoly è brevettato e salverà anche la Parker Brothers che, dopo il crollo di Wall Street, rischiò di fallire. La Parker Brothers, per assicurarsi il contratto esclusivo sia del Monopoly che di tutti i giochi simili, offrì a Lizzy Magie soltanto 500 dollari per il suo “The Landlord’s Game”, acquisendo tutti i diritti.
Il Monopoly vendette milioni di copie; Charles Darrow fu il primo uomo della storia a diventare milionario disegnando un gioco e con lui la Parker Brothers. In ogni scatola del Monopoly fu inserito un foglietto con la storia ufficiale del gioco e cioè quella di un uomo in povertà che, con un colpo di genio, diventa milionario.Quando Lizzy si rese conto dell’errore era troppo tardi, i diritti del suo gioco non le appartenevano più e il suo nome venne oscurato.
Nel 1972 un professore di Economia, Ralph Anspach, convinto che il Monopoly aveva degli insegnamenti che si rivelavano poco educativi nella vita reale (gli anni ’70 erano gli anni dello scandalo Watergate e della crisi petrolifera) , creò “Antimonopoly” un gioco da tavolo nel quale si affrontavano monopolisti e piccoli imprenditori. La Parker Brothers lo citò in giudizio. Mentre preparava la sua battaglia legale, Anspach scoprì che, trent’anni prima dell’invenzione di Monopoly, esisteva un gioco simile creato da Elisabeth Magie la quale non ebbe né denaro, né fama, né fortuna. Anspach dopo 9 anni vinse la sua battaglia legale e portò alla luce la figura di Lizzy, la vera inventrice del gioco.
Il Monopoly venne introdotto in Italia nel 1936 ma poiché il fascismo, nel propugnare l’autarchia linguistica, vietava l’utilizzo delle parole straniere, il titolo è stato italianizzato; ha perso la y diventando Monopoli. Dal 2009 il gioco anche in Italia, come in tutta Europa, ha riacquistato il suo nome originario, Monopoly.
Marina Cozzolino