Ora è un grido, muto il canto su questa spiaggia sconquassata e puntellata di bianchi sudari. Solo i gabbiani Immemori svolazzano nella tempesta. Nei comodi rifugi la luminescenza dello schermo manda in suoi segnali e attoniti al caldo come un impulso di residua umanità si vorrebbe uscire dal chiuso recinto e abbracciare il mare, tendere le mani, e a ritroso tornare come in pellegrinaggio a riabbracciare i luoghi ancestrali da cui siamo partiti nel buio della notte dei tempi. Tonino Sitzia 02/03/2023
Benché non nominata c’è, evocata, l’Africa anche nella poesia di Tonino: “Muto il canto”.
Ai morti annegati, alle tragedie s’addice canto sommesso (stavo per scrivere “sommerso”) come in questa poesia. L’Africa, un’Africa terra intermedia per l’approdo in Europa delle sue genti, con quelle di quell’Asia (Afganistan, Siria, Iran, Iraq) dove le guerre in corso, o quelle passate, con i loro segni di devastazione spingono alla fuga.