Non basta Se bastasse il cervello A comprendere il tutto Se il cuore dell’umanità battesse all’unisono Se bastassero le mani a stringere in un abbraccio Se bastassero gli occhi a distinguere i diversi colori e vedere oltre l’orizzonte e le lacrime a placare gli infiniti dolori Se bastassero le orecchie a sentire i multiformi suoni dell’universo e altro Se bastassero le gambe all’incontro nel cammino Se bastasse il sangue innocente, lento e copioso nei marciapiedi del mondo La parola, resta, urlata, sussurrata come un respiro, inascoltata e talora muta, limpida e chiara tra le foglie al vento
C’è una grande e terrificante Innominata nei versi di Tonino. Come se avesse prefigurato una società umana dove anche quel nome fosse un tabù.
Vedo e sento in TV un teologo che, cercando di spiegare, dice: “è l’odio, è l’odio” la causa, e parla del cuore indurito e fratricida dell’uomo; e ricorre alla Bibbia, e fa il nome di Caino che uccide il fratello Abele… Mi cascano le braccia.
Me ne vado in quella soffitta, con tutti i miei limiti, cercando di incontrare Marx dove gli eredi lo hanno relegato. E penso a Gramsci, cacciato dall’Italia e dall’Europa, esule per il mondo dove è riconosciuto e accolto.