18 Dicembre 2024
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Festa dei Lettori – Appuntamento con la Scienza – Elmas 2024

Domenica 29 settembre il Circolo Culturale Equilibri ha organizzato la Festa dei Lettori in Piazza Suella a Elmas. La Festa era dedicata soprattutto ai bambini e per loro, sotto l’apposito gazebo, oltre ai libri messi a loro disposizione, si è svolto un appuntamento con la scienza dal titolo “Sperimentando le diverse plastiche”.
Nonostante nella stessa giornata siano stati organizzati altri importanti eventi nell’ambito delle iniziative del Comune “Elmas in festa”, la partecipazione di bambini interessati motivati e vivaci è stata intensa. Per loro sono stati organizzati tre tavoli, ognuno con diversi esperimenti, ai quali i bambini hanno partecipato attivamente

Attività 1 (curata da Anna Musinu) – Le caratteristiche di diversi oggetti di plastica (polietilene tereftalato, polietilene ad alta e bassa densità, polistirene, PVC);

Attività 2 (curata da Anna Maria Tocco) – La densità delle plastiche:  Viene effettuata la separazione delle diverse plastiche sulla base della loro Densità;

 

Attività 3 (curata da Mariano Casu) – La plastica biodegradabile: Vengono messi a confronto i comportamenti di alcuni campioni di plastica biodegradabile con campioni di plastica di polistirene.

Tutte e tre le attività hanno avuto carattere sperimentale: i partecipanti sono stati coinvolti nell’osservazione, manipolazione e riflessione finale.

 

Questa iniziativa aveva lo scopo di ribadire come con un’idea geniale (utilizzo della plastica) ci siamo cacciati in un gigantesco pasticcio! Infatti il grande successo delle peculiari e apprezzate caratteristiche della plastica tradizionale, quali la leggerezza, la resistenza e il basso costo, ha determinato un largo, diffuso e incontrollato consumo. La plastica, essendo “indistruttibile”,ha portato alla formazione di vere e proprie “isole della plastica” galleggianti negli oceani e ricoprenti grandi superfici: 1,9 milioni di tonnellate di plastica finisce ogni anno negli oceani. Occorrono 20 anni per la degradazione di un sacchetto di plastica in polietilene e fino a 600 anni per la degradazione di altre plastiche. La plastica, in forma di microparticelle, viene ingerita dai pesci e, attraverso la catena alimentare, arriva fino a noi. Importanti interventi tecnologici sono rivolti al recupero e alla distruzione di queste “isole”, ma nonostante il grande dispendio di energia, attualmente si tratta di esperimenti molto limitati e parziali e con il risultato collaterale di distruggere la flora e la fauna presente negli agglomerati

Alcuni dati sull’uso della plastica in Italia:

– 2.500.000 milioni di tonnellate i rifi

uti in plastica prodotti in Italia

– 1 milione di tonnellate le plastiche riciclate con metodi convenzionali di cui 950.000 tonnellate quelle termo valorizzate

– 88.500 tonnellate di plastica biodegradabile prodotta nel 2018

Anche la problematica del riciclo de

lla plastica è piuttosto complessa. Le plastiche tradizionali vengono prodotte a partire dal petrolio e sono classificate in sette categorie, ciascuna formata da polimeri diversi che hanno diverse caratteristiche. Occorre selezionare e suddividere i diversi tipi di plastica formati da componenti (monomeri e polimeri) differenti e ciò richiede un lavoro specialistico( attività 2) . Basti pensare che le bottiglie di plastica non possono essere riciclate in altre bottiglie, ma i loro componenti di base (polietilentereftalato, PET) possono essere quasi esclusivamente usati per produrre tessuti.

La bioplastica (attività 3), alternativa alla plastica tradizionale, è meno resistente e più costosa, ma interamente riciclabile e può essere sintetizzata a partire da mais e fibre vegetali e/o dai rifiuti organici (compost) e non dal petrolio. La bioplastica per non essere inquinante non deve essere semplicemente biodegradabile ma interamente compostabile, “cioè trasformata in anidride carbonica, acqua e sostanze organiche umificate, cioè decomposta come le foglie in un bosco”. La bioplastica in tal modo può essere unita ai rifiuti umidi. Il tempo necessario per la distruzione della bioplastica va tra quattro mesi a un anno, mentre nel frattempo i sacchetti tradizionali ottenuti dal petrolio restano del tutto integri. Le indagini dimostrano che la degradazione della bioplastica non genera sostanze tossiche. Tuttavia, è importante sottolineare che questo non può essere un alibi per abbandonare le bioplastiche nell’ambiente, in quanto anche queste devono essere raccolte e riciclate.

A cura di Anna Musinu, Mariano Casu, Anna Maria Tocco

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