Dalla raccolta Figli miei [one_third last=”no”]
Gli occhi
Parlano gli occhi
di fuochi
di giochi.
Vedono pianti
che altri non colgono
o in altri occhi
-da togliere- un velo.
Di barlumi d’impeti
s’accendono.
Lacrime, piangono
proprie
od altrui.
Brillano
d’amor cieco.
Fissi al domani
sorridono ai sogni.
Sinché, nell’andare
verso la fine
si fanno più spenti
velati d’opaco.
E guardano, persi
ricordi lontani.
Infine, per sempre
si chiudono
gli occhi.
Allora, per loro
s’accende la Luce.
E allora soltanto
vedranno davvero.
[/one_third]
[one_third last=”no”]Dove andiamo nel sonno
Dove andiamo
nel sonno.
Graffiamo
i confini
del mondo.
Dove pavoni
come aquiloni
volano alto.
E vanno
a spiaggiarsi
tra onde
sfrangiate
su sponde
cobalto.
Dove impilate
altissime fronde
riportano
versi lontani
sconosciuti
e persi
di mondi
marziani.
[/one_third]
[one_third last=”yes”]La cantilena dell’onda
È la cantilena
dell’onda
che smussa
e arrotonda
anche la pietra
più aguzza.
La sua tenacia
ogni orgoglio
ogni puntiglio
ogni rabbia
sminuzza
e riduce
in sabbia.
[/one_third]