La Shoah – Dove
Nella ‘civilissima’ Europa, ricca di storia e di cultura.
Come mai ci chiediamo è accaduto proprio qui? E non è stata una mera parentesi, né il frutto d’una inspiegabile follia.
L’Europa culla del peggior nazionalismo, centro dell’oppressione coloniale e delle radici del fascismo.
Dopo il secondo conflitto mondiale ancora sono ben saldi i regimi fascisti di Spagna e di Portogallo, i cui governi sono più che tollerati in Europa e alleati degli Stati Uniti.
A cavallo tra gli anni 60 e 70 il colpo di stato fascista dei colonnelli in Grecia.
La Shoah – Cosa
Enormità, specificità, unicità di questa catastrofe: non c’è paragone con qualsiasi altro crimine contro l’umanità.
a) Per l’entità immane (i numeri); b) per le motivazioni: il solo fatto d’essere ebrei bastava per essere uccisi, per entrare nei programmi di sterminio…c) Per l’intensità atroce e la razionalità industriale con la quale lo sterminio è stato portato avanti dalla Germania nazista.
Una elite culturale e scientifica ha prima appoggiato il nazismo e poi organizzato e realizzato lo sterminio…
Filosofi, antropologi, giuristi, sociologi, economisti, architetti, impegnati in questo compito, o comunque plaudenti.
Nei confronti degli ebrei ci fu un accanimento speciale, una determinazione inesorabile. L’obiettivo era innanzitutto lo sterminio degli ebrei. I numeri della loro tragedia non hanno paragoni.
Ma altrettanto feroce fu la catastrofe (rimasta in ombra o rimossa) del popolo zingaro: Rom e sinti soprattutto.
La Shoah – Perché
La risposta ci sfugge, si complica di fronte ad un male così estremo.
Qui di seguito solo alcuni cenni: Il peso che hanno avuto nella storia le radici cristiane dell’Europa e le persecuzioni degli ebrei che risalgono indietro nei secoli.
Il nazionalismo che si coniuga con il razzismo (in Francia l’affare Dreifus).
L’Europa colonizzatrice, le stragi delle conquiste coloniali, il commercio degli schiavi africani.
Diviene intollerabile un popolo senza terra, così diverso, che, disperso per il mondo, è perciò percepito come elemento antistato da controllare, isolare, cacciare, sacrificare come capro espiatorio.
L’identità teutonica che vede un suolo sacro (la Germania), un sangue puro, un popolo superiore per destino…
Utili alla comprensione mi sembrano anche le considerazioni di Daniela Padoan e di Luca Cavalli Sforza, e un pensiero di Frantz Fanon.
Daniela Padoan: “Nella modernità, il processo di disumanizzazione dell’altro – che ha alimentato l’ideologia del razzismo e il suo volgersi in pratiche di sterminio – si è compiuto attraverso la creazione politico scientifica di categorie di quasi-bestie, o di sotto uomini” […] “La schiavitù non nacque dal razzismo: il contrario, il razzismo fu conseguenza della schiavitù […] “Se davvero vogliamo guardare alle origini culturali dello sterminio, credo non si possa prescindere dalla naturalizzazione della figura dello schiavo che alligna nelle fondamenta della nostra cultura come copertura ideologica della possibilità di sfruttamento”.Così cadono tutte le considerazioni che tendono a vedere la Shoah come follia o barbarie estranee all’occidente, alla nostra civiltà.
Luca Cavalli Sforza: “Anch’io credo che non fu la schiavitù a nascere dal razzismo, ma avvenne esattamente il contrario: la necessità di mantenere l’impianto schiavistico poneva delle questioni morali, così che fu necessario convincersi che fosse giusto, morale, richiesto da un dio o dalla ragione”.
Frantz Fanon: “Il razzismo non è una tara psicologica o un semplice atteggiamento mentale, non è semplice paura dell’altro. Il razzismo è prima di tutto violenza materiale, sfruttamento complessivo, strutturato a partire dal dominio di un gruppo sugli altri. Il razzismo è conseguenza non causa. E’ l’asservimento materiale a comportare inesorabilmente l’inferiorizzazione culturale dei gruppi subalterni”.
Povertà e ingiustizie crescenti; l’accumularsi di ingenti ricchezze e di potere in poche mani (fenomeno mondializzato); l’accrescersi del divario tra i ricchi (sempre più una elite) e i poveri (moltitudini che soffrono), possono essere ancora, in questo tempo, l’humus per un rinnovato razzismo.
Le razze non esistono, ma si sa (quante volte ne abbiamo fatto esperienza diretta!) quanto sia difficile, anche con un argomentare razionale, intaccare il pregiudizio razziale.
Grazie Gabriele di queste considerazioni su un tema così delicato e complesso. Non dimentichiamo i genocidi passati e presenti ma la Shoah, come ribadisci, non è paragonabile con nessun altro evento. Rimane sempre aperta la domanda del perché e del come sia potuto accadere. E non siamo sempre alla ricerca di questa risposta. E, azzardo, forse anche in questa ricerca sta’ un possibile senso di ciò che è accaduto.
E’ vero che la Giornata della Memoria rischia di divenire un evento celebrativo sterile. Ma questo dipende solo da chi la vivifica. E soprattutto personalmente credo che il modo più efficace di ricordare è il modo in cui si vive ogni giorno.
Ti ringrazio anche perché hai saggiamente evitato di cadere nella miopia storica di porre Shoah e sionismo sullo stesso piano.