Ma tu ci credi che andrà tutto bene
per tutte quelle persone
che non si è riusciti a prendere per mano
durante quell’assordante richiamo di solitudine?
Ma tu ci credi che andrà tutto bene
quando contando i morti rimasti soli
il gelo scenderà a lungo nelle guance sgualcite?
Ma tu ci credi che andrà tutto bene
nelle città schizzate invase dal silenzio
dove il vuoto della vita preparandosi alla solitudine
si faceva candela?
Ma tu ci credi che andrà tutto bene
dentro le case dagli intonaci grigi
dove urla e schiaffi trovavano respiro e aiuto
in una fuga temporanea
dal dissonante rumore della violenza?
Ma tu ci credi che andrà tutto bene
per gli anziani tutori del tempo
che patiscono sulle spalle stanche
il sentirsi solo rifiuti consacrati alla fine?
Ma tu ci credi che andrà tutto bene
per i pianti inascoltati, per le paure sottovalutate,
per la non comprensione dell’immobilità,
per la paura del domani incerto
dei disabili, dei sofferenti mentali,
e di tutte quelle persone più fragili?
Voi lo sapete specialisti del saper tutto
cosa significa vedere solo nuvole nere?
Ma tu ci credi che andrà tutto bene
per il sudore di questa tragedia sanitaria
fatta di lavoratori stremati
che come una processione interrotta
camminano sulle strade del mondo
senza sapere quando il sudore e il sangue
smetteranno di colare?
Ma tu ci credi veramente che andrà tutto bene
per i bimbi che non hanno voluto questo mondo
e che urlano al sole il loro diritto di tornare a volare?
E invece questo mondo di crepe a loro abbiamo consegnato
A loro che sono la nostra finestra nel cielo
A loro che non sapremo mai come chiedere perdono.
Ma tu ci credi veramente che andrà tutto bene
per i sogni infranti
lo sai che cresceranno ortiche al posto dei sogni
e i cuori si troveranno a fare i conti
con il peso di questo azzurro esiliato?
Ma tu ci credi che andrà tutto bene
per la nostra amata flora e fauna
già abbastanza massacrate dall’idiozia
di mani e cuori ingordi solo di superficialità?
Ma tu ci credi che andrà tutto bene
mentre il bombardamento mediatico incoerente
continuerà a rompere le finestre
e i raggi infetti faranno dell’ansia
un capezzale senza vento?
Ma tu ci credi veramente che andrà tutto bene?
Perché io a volte non lo so
e le palpebre pesanti diventano tapparelle impolverate
che mi portano dentro a quel sonno senza ritorno
poi per fortuna
ogni tanto uno sbuffo di speranza
me le apre
perché non lo so se andrà tutto bene
ma è l’unica cosa che vuoi continuare
a sentire e a sognare
nei desideri interrotti di marzo.
Angelica Piras
23 marzo 2020
Chi non ricorda “L’Urlo” di Edvard Munch? L’espressione deformata e disperata dell’uomo verso il male della modernità, le guerre, il dolore, la solitudine…questo strazio si avverte nella bella poesia di Angelica
E’ una tempesta emotiva quella che ci ha colpito in pieno: paura, sofferenza, disagio, tristezza, ansia, preoccupazione. Sono questi i sentimenti di cui si fa portavoce Angelica con la sua poesia e che appartengono a tutti noi.
Tutta la poesia è percorsa da una tensione che vibra, e scandita da “Ma tu ci credi che andrà tutto bene?”
Si capisce che questi sono versi dettati dall’urgenza, dalla necessità del dire che preme, ma anche che, poeticamente, sono elaborati, magari velocemente, ma non gettati lì d’impulso.
Quel lavoro poetico che all’urgenza del dire (‘ispirazione’? Parola gonfia di equivoci) fa corrispondere al cumulo di sentimenti la forma più appropriata.