Il libro di Roberto Paracchini, giornalista e scrittore da anni impegnato nel campo della divulgazione scientifica, spazia tra le neuroscienze, la fisica, la meccanica quantistica e altre scienze e ha certamente un fine molto complesso. È sicuro che la dimostrazione di come noi percepiamo la realtà come singoli individui è estremamente difficile da dimostrare. Altre ricerche e una comprensione più approfondita saranno necessarie per arrivare a delle conclusioni.
Il libro, rivolto alla ricerca di una interpretazione delle dinamiche conoscitive e più in generale delle interazioni tra il “cervello umano” e la “lettura”, ha comunque suscitato in noi un notevole interesse, seppure per certi versi sia risultato un po’ ostico. Più in generale il libro tratta, con un approccio prevalentemente epistemologico, l’individuazione delle correlazioni tra il “cervello umano in se’“ e tutto ciò che è “altro da sé” per arrivare alla definizione più complessa del “cervello-corpo-ambiente”. Ciò che può cogliere un lettore che non abbia competenze in materia, è che si tratta di un testo complesso di carattere interdisciplinare, che corrobora le diverse interpretazioni e definizioni spaziando dalla filosofia, all’epistemologia, alla letteratura recente e non, attraverso un’ampia gamma di citazioni di autori di grande rilievo. Il libro appare pertanto rivolto ad un pubblico ristretto che possieda, oltre ad uno spessore culturale di base, adeguate conoscenze e competenze di epistemologia. Per meglio comprendere il testo sarebbe opportuno leggere almeno una parte della letteratura del neurologo Antonio Damasio alla quale l’autore fa riferimento.
Nel libro, più che intorno allo specifico tema della “lettura”, gran parte del discorso è costruito e incentrato sulla “narrazione” o “storia”. Inoltre, come si riferisce nel Capitolo 3 (pag. 79) i termini “storia”, “racconto” e “narrazione “ vengono usati come se si trattasse di sinonimi, mentre, come riportato nel seguito, diversi studiosi pur individuando forti interrelazioni tra loro. La lettura in tal senso potrebbe costituire un passo ancora successivo e richiederebbe un approfondimento specifico in relazione all’attività dell’area corpo-cervello. Anche questo apprendimento può avvenire solo a seguito di uno studio di parte della letteratura citata.
Un aspetto molto interessante del libro riguarda la definizione dei “neuroni mirror” o “neuroni specchio” richiamati in diversi capitoli, in cui vengono sottolineati “gli aspetti funzionali al discorso della lettura” …. Si tratta di neuroni “dislocati in diverse aree del cervello e che permettono di vivere eventi ed emozioni senza un’azione di cui si sia direttamente protagonisti, ma anche in modo indiretto: leggendo, vedendo o immaginando una determinata situazione motoria e/o emozionale” (cap 6 pag 40) .
Per quanto riguarda gli aspetti peculiari della “narrazione”, di grande interesse risultano le definizioni di “narrante” (colui che scrive) e “narratario” (colui che legge e fruisce la storia). Come descritto a pag. 76 del Capitolo XII, il soggetto “narrante” costituisce l’ ”elemento attivo, protagonista che tramite la narrazione trasfigura l’oggetto del racconto facendolo diventare raccontato”. In tal senso anche il narratario “ricostruisce e rivive la storia …. anche grazie alla complessità che caratterizza le interazioni interne al nostro stesso organismo indissolubile corpo-cervello, più l’ambiente” assumendo quindi egli stesso il ruolo attivo di “narrante”. Questo è in accordo con quanto alcuni di noi spesso riferiscono sulla loro peculiare interpretazione e immersione nella lettura tanto da arrivare a definire “amici” diversi protagonisti di una storia letta, nella quale sia i protagonisti che il lettore svolgono a tutti gli effetti un ruolo attivo e dinamico.
Recensione a cura di Anna Musinu e Mariano Casu