18 Dicembre 2024
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La madre del femminismo: Mary Wollstonecraft  – Donne che hanno cambiato il mondo

Un ritratto di Mary Wollstonecraft

Mary Wollstonecraft, nata a Londra nel 1759, fu indubbiamente una donna atipica per l’epoca in cui visse.  Fu un’autodidatta e a vent’anni aprì, con l’aiuto di un gruppo di amiche, una piccola scuola dove si insegnavano non solo le materie riservate di solito alle ragazze ( musica, disegno, canto) ma anche grammatica, storia, matematica, francese. Quando la scuola per motivi economici fallì , Mary lavorò in Irlanda come istitutrice . Se divenne colta fu grazie alla sua volontà e ai maggiori intellettuali  europei che frequentò quando cominciò a collaborare con una rivista letteraria, diventando anche una critica acuta e una discreta traduttrice.

Mary Wollstonecraft  capì che le donne erano considerate  inferiori agli uomini a causa dell’istruzione molto limitata che ricevevano fin da bambine, istruzione che  era molto diversa da quella che ricevevano gli uomini. Le ragazze venivano allevate in funzione del matrimonio, si dedicavano alla cura del corpo e dell’abbigliamento, tralasciando gli studi e non acquisendo così alcuna competenza. Erano destinate a svolgere un ruolo puramente decorativo, dipendendo completamente dal marito. La società dell’epoca, fondata sulla dipendenza della donna dall’uomo, vietava tutte le attività significative fuori dell’ambito domestico mantenendo le donne imprigionate nel ruolo riproduttivo. Non veniva permesso alle donne di coltivare le proprie capacità intellettuali né di esprimere le proprie ambizioni.

Nel 1790, in risposta alle riflessioni conservatrici sulla Rivoluzione francese del politico e filosofo Edmund Burke, Mary scrisse il saggio “A vindication of the rights of man” (Rivendicazione dei diritti dell’uomo), a cui seguì due anni dopo, nel 1792, il capolavoro “ A vindication of the rights of woman” (Rivendicazione dei diritti della donna), considerato il primo manifesto del femminismo.

Qualche anno prima, con la pubblicazione del saggio “Thoughts on the education of Daughters” (Saggio sull’educazione delle bambine) Mary aveva affermato che gli esseri umani nel corso della loro civilizzazione si erano allontanati dalla Natura e in un’altra opera “Original Stories”,  si rivolge direttamente alle bambine invitandole ad osservare il creato, a prendere coscienza delle sue meraviglie, a rispettare gli animali poiché gioiscono e soffrono come gli esseri umani.

Rivendicazione dei diritti della donna

La compassione è per Mary il fondamento non solo dell’educazione ma anche dell’etica ambientale e sociale.  Nel 1755 Jean Jacques Rousseau aveva pubblicato il “Discorso sull’eguaglianza degli uomini e il contratto sociale” . Secondo il grande filosofo la nascita della proprietà privata avrebbe generato la disuguaglianza tra gli uomini portando allo sviluppo delle classi sociali. Molti filosofi e lo stesso Rousseau consideravano le donne subalterne all’uomo, descrivendole come esseri civettuoli interessate solo alle frivolezze, mentre una donna con interessi culturali, veniva definita mascolina. In questo contesto si inseriscono le riflessioni di Mary sulla condizione delle donne. Mary contesta Rousseau affermando che le donne sono vittime della disuguaglianza a causa del loro essere considerate inferiori e quindi, proprio per questo, private del diritto di avere una proprietà.  Sostenne che le donne sono frivole non per natura ma a causa dell’educazione che ricevono, educazione che non le aiuta ad autodeterminarsi, che le costringe ad avere sempre bisogno dell’aiuto di qualcuno. La soluzione proposta è la suddivisione paritaria della proprietà tra tutti i cittadini affinché ognuno possa vivere dignitosamente poiché uomini e donne hanno il diritto di partecipare al governo ed essere entrambi cittadini a pieno titolo.

L’educazione paritaria e la giusta suddivisione delle ricchezze sono, per Mary,  i due elementi per costruire una società giusta. Nel 1792 andò in Francia per seguire da vicino la Rivoluzione Francese e riportò le sue impressioni in un libro, diventando  anche la prima corrispondente di guerra della storia. Le sue idee le costarono l’isolamento sociale e la sua stessa vita fu considerata scandalosa poiché ebbe una figlia da un imprenditore americano che non sposò e che la lasciò qualche anno dopo, fatto che le causò  una grave depressione.

Mary non si arrese, si batté per il diritto al  divorzio, perché le donne non abbandonassero il loro cognome per assumere quello del marito e anche  per una educazione affettiva a cui contribuissero tutti e due i genitori. Criticò il sistema educativo dell’epoca sostenendo che le bambine fossero educate al pensiero in modo che potessero diventare delle creature razionali e delle cittadine libere. In una società che sosteneva che le donne devono essere docili e mansuete come agnellini, Mary dimostrò coraggiosamente che gli uomini trovavano le donne meno istruite più docili dal punto di vista sessuale per cui era loro interesse mantenerle nell’ignoranza. Per il suo coraggio e la sua caparbietà fu rifiutata dagli intellettuali dell’epoca e le sue opere furono messe a tacere perché nessuno pensasse di poter rivendicare i diritti delle donne.

Nel 1797 incontrò il filosofo rivoluzionario William Godwin, con ideali simili ai suoi e dal quale ebbe una seconda figlia che chiamarono Mary. Si sposarono soltanto per far cessare i pettegolezzi essendo entrambi contrari all’istituto del matrimonio. La loro felicità fu però di breve durata perché dieci giorni dopo il parto, Mary Wollstonecraft morì di setticemia a soli 38 anni.

Alla sua morte il marito scrisse ad un amico:” Credo fermamente che non esistesse al mondo una donna uguale a lei. Eravamo fatti per essere felici e ora non ho la minima speranza di esserlo mai più”. La sua vita, breve e intensa, fu un’instancabile lotta per la difesa di ciò che credeva giusto.

Razionalista e rivoluzionaria, fu una pioniera dei diritti femminili spianando la strada   ai movimenti femministi del XIX secolo che, a loro volta,  avrebbero messo in  marcia quel movimento che, negli anni ’60 del XX secolo, avrebbe cambiato il mondo.

Sua figlia, la piccola Mary Godwin, diventerà la famosissima Mary Shelley (dal nome del marito, il poeta Percy Shelley), autrice del romanzo Frankenstein, il primo romanzo di fantascienza della storia; ottenne una fama senza confini.

Marina Cozzolino

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1 commento

  1. Fa sempre molto piacere venire a conoscenza di avvenimenti e appuntamenti con la storia nei quali una donna si è contraddistinta con un contributo molto significativo e un’impronta di rilievo in campo culturale. Essersi battuta fin dal diciottesimo secolo, fino in fondo con gran coraggio, per diffondere e stimolare l’idea che le fosse indispensabile per le bambine appropriarsi di una istruzione adeguata, colloca Mary Wollstonecraft tra le menti più illuminate del suo tempo. Nonostante i secoli trascorsi da allora e il notevole miglioramento della situazione occorre rendersi conto di quanto quel messaggio sia ancora attuale e importante ai giorni nostri e di come la sua attuazione richieda il contributo, seppure modesto, di tutti.

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