Avverto nell'aria una sorta
di brusìo, di voci bisbigliate
miste al suono del mare,
voci risalite dai millenni.
Ecco i temibili Shardana
signori dell’onda e del vento,
d’improvviso all’orizzonte.
E i marinai Fenici
usi a scrutare il volo degli uccelli
figurandosi segni d’alfabeti.
E gli enigmatici Etruschi
Dal sorriso sottile,
usciti dai loro sarcofagi ocra.
E i Cilici pirati dalle vesti
ruvide rapidi nell'assalto. E altri
dispersi giù lungo l'abisso del tempo.
I Popoli del Mare:
ammutoliscono al loro passaggio
le ferali Sirene.
(Nel mezzo di queste acque,
terra d'approdi
e di partenze, l'Isola dei Sardi
scabra e compatta.
Diffusa di possenti megaliti
Dov’è chiuso un silenzio ancestro e sta
tumulata la lingua dei nuragici.
Eppure risuonano ancora
qui negli sparsi toponimi in Ur
voci che abitarono
le remote città mesopotamiche).
Genti del mare:
le sento nella cresta
dell'onda che rompe l'azzurro,
le sento presenze soffuse
nel soffio salato.
Indugiano poi per un poco
qui attorno divenendo un silenzio
sospeso nelle tempie.
Stanno dentro il respiro
di questo mare.
E sta qui Bithia maceria ed impronta
d'un tempo millenario
-Affiora dalle sabbie tra forti arbusti
nel rialto sulla rada di levante,
mentre la parte franata traspare
sommersa nell'approdo di ponente...
Sosto in un chiosco
nell'ora sospesa della sera:
bevo una birra dorata alla salute
di quegli antichi e intanto
mi accorgo che è sorta la luna.