Più che dallo specchio e dagli anni,
gli anni che mi rallentano e macerano,
consapevolezza della mia vecchiaia
mi viene improvvisa sul pullman
quando una studentessa: “nonno,
prego si accomodi”. ” Ma no, grazie,
posso stare in piedi”, ma la ragazza:
“prego si sieda” insiste e lascia il posto.
Altri segni del tempo inesorabile,
quei segni subdoli ed irriverenti,
per riserbo e decenza qui non accenno.