Là fuori, nelle notti di ghiaccio
Luminose le stelle pulsano
Ignare e lontane.
Nelle stanze luci come lumini
Lamenti, respiri e silenzi.
Mi è capitato, allora,
bagliori della memoria,
di ripercorrere il sentiero
tra due filari di eucaliptus
là, oltre il passaggio a livello
verso lo stagno.
Quelle mani ancora infantili
a spellare la corteccia,
quei ciottoli scelti
ad armare la fionda,
quei semi legnosi
adatti alla cerbottana,
i passi festosi dell’infanzia
la corsa fino alle rive
di quelle acque salmastre
di antiche civiltà,
misteri e fantasmi,
brulicanti di vita,
e braccia forti remanti di fatica
nelle barche piatte.
In lontananza un rudere
di batteria antiaerea,
un tempo armata a sfidare il cielo
oscurato da uccellacci a stormo,
argentei in sordo rumore di tuono,
richiamo oscuro a ciò che è stato…
E poi, all’alba, ancora supini,
sui piani alti, là fuori
i gabbiani con le loro grandi ali
inesauste.