Ascolto uno scienziato in TV dire che dal livello di riscaldamento fin qui raggiunto non si può tornare indietro. Lo si può però fermare. È proprio così? (Se, invece, sarebbe possibile riabbassare il calore della terra sarei più tranquillo). Ma se così stanno le cose, allora i fenomeni atmosferici tipo quello catastrofico di Valencia d’ora in poi si potranno sempre ripetere.
Non c’è tempo da perdere, ma le transizioni hanno un loro tempo intrinseco. Un sistema sociale economico produttivo, entro il quale siamo “attivi” e dipendenti, non si può fermare immediatamente perché permea globalmente ogni comunità umana. Fermiamo tutti gli aerei? E così tutte le navi, le riportiamo alla vela? Rottamiamo, subito da oggi, tutte le automobili? Anche l’azione di demolizione richiederebbe energia. Non c’è tempo da perdere, tuttavia come sarebbe possibile spegnere subito tutti i “fuochi” industriali? Sarebbe come chiudere per fallimento gli Stati europei e scatenare una crisi sociale drammatica e insostenibile. Come riorganizzare, in un altro sistema economico sociale alternativo, tutto il “vivere” attuale, i rapporti di lavoro, quelli interpersonali, la mobilità, insomma la concreta esistenza quotidiana – quella singola e quella collettiva?
Ne discendono altre domande fondamentali e cruciali: che cosa produrre, come, dove e quanto. Già il “quanto”. Si dice sempre “sviluppo”, sempre “fare” (e distruggere per poi aggiungere ancora e di più); e mai fermarsi, astenersi dal fare. Ovviamente, ci mancherebbe, sempre sostenibile e compatibile.
Una cosa relativamente “semplice”, forse, si potrebbe fare: piantare dappertutto, in tutti i Paesi del mondo, in tutte le terre così dette emerse, miliardi di alberi per abbattere la Co2.
O siamo arrivati ad un punto di non ritorno? E il sistema economico sociale dominante ha già avviato la distruzione della specie homo sapiens in modo ormai irreversibile? La domanda è: l’apocalisse sarà rapida o diluita negli anni? Non ci resta, allora, che prepararci con stoicismo a questo evento finale.
Oppure la scienza (meglio al plurale, le scienze) e le nuove e sofisticatissime tecnologie, salveranno la stirpe umana?
Forse sono le immagini della città spagnola di Valencia, che affaccia sul Mediterraneo caldo, che mi hanno portato a scrivere quanto sopra disseminato di punti interrogativi.
Certo, la scienza si è già espressa abbondantemente. E oggi non c’è alternativa alle rinnovabili, come puntualmente fate osservare. D’accordo.
Il punto è che se i “decisori” – avendo in mano il potere statale istituzionale – i governi (più o meno democratici) non traducono in politica viva, concreta ciò che il sapere scientifico ha fin qui elaborato, quelle questioni si aggraveranno senza rimedio. Da qui il pessimismo. E una sfiducia diffusa per la politica, finanche una ripulsa.
Da considerare anche che si va estendendo e consolidando una destra mondiale poco o nulla interessata all’intrico dei problemi climatico ambientali.
E comunque le grandi centrali di potere economico e finanziario (con a capo, a volte, anche singoli individui smodatamente arcimiliardari) facilmente e volentieri aggirano, o condizionano ai loro interessi le istituzioni democratiche e le politiche di piccoli e grandi Paesi.
Ammetto che un certo pessimismo conferisce un taglio apocalittico al mio intervento. Ma credo per nulla messianico. Guardando alle sciagure con stoicismo, come accenno nell’articolo .
Troviamo questo discorso esageratamente pessimistico. Di certo non c’è da stare tranquilli. E’ ovvio che non possiamo fermare le attività umane in attesa che i livelli di CO2 rientrino nella norma. Piantumare un elevato numero di alberi è sempre positivo e indispensabile, ma non è assolutamente sufficiente, in quanto i livelli di CO2 hanno bisogno di tempi lunghi per abbassarsi a livelli ragionevoli. Inoltre il cambiamento climatico sta già devastando il nostro patrimonio arboreo. Pensiamo allo stato in cui attualmente si trovano i nostri meravigliosi boschi di querce che non abbiamo ancora capito come proteggere!
Oltretutto, fermare il mondo causerebbe danni indicibili e ancor più guerre, che già ci stanno sopraffacendo.
Per quanto riguarda l’affermazione:
“…Oppure la scienza (meglio al plurale, le scienze) e le nuove e sofisticatissime tecnologie, salveranno la stirpe umana?”
Le scienze si sono già espresse abbondantemente. Per il momento non c’è alternativa a quella di ricorrere alle fonti rinnovabili, per le quali esistono tecnologie affidabili e mature e pur sempre migliorabili. Come abbiamo già affermato in un articolo precedente, queste in futuro potranno essere eliminate, riciclate e/o sostituite lasciando inalterato l’ambiente, cosa che non accadrebbe se il livello di CO2restasse quello attuale. Inoltre gli scienziati si stanno muovendo su altri due fronti: 1) sottrarre CO2 dall’atmosfera e 2) riuscire a sfruttare la fusione nucleare, ma purtroppo siamo ancora molto lontani dal poterla utilizzare. Questa si basa sulla fusione tra deuterio e trizio che ci fornirebbe idrogeno e energia. E’ la stessa reazione che avviene nel sole.